Bivongi - Catasto Onciario
di Ugo Franco
Note dell'autore
A spingermi alla realizzazione di questo lavoro è stato il grande amore verso la terra che mi ha visto nascere e mi ha insegnato i grandi valori della vita. Ho voluto, in un certo senso, ricambiare e ringraziare Bivongi per quanto mi ha dato. Il regalo di uno spaccato del suo percorso storico, poco noto, per essere meglio conosciuto dai suoi figli residenti e dai suoi moltissimi emigrati sparsi in tutto il mondo, affinché ne facciano tesoro. Uno stimolo e un sensibilizzare, inoltre, le nuove generazioni ad amare la loro terra. Un lavoro che ho cercato di svolgere scrupolosamente, per poter sufficientemente apprendere e divulgare, spero, la bivongesità dell'epoca e il vivere dignitoso, del popolo bivongese, in un contesto particolarmente difficile.
Una continua e assidua ricerca delle proprie origini da non dimenticare mai, catapultandole nel presente per costruire il futuro sulle basi di quelle grandi tradizioni di laboriosità trasmesse nel corso dei secoli.
Historia magistra vitae (Cicerone): la storia è maestra di vita.
Capire, inoltre, come il paese fosse moderno e si presentasse tale a quanti giungevano in visita, pur nelle difficoltà delle comunicazioni dell'epoca.
Desidero, infine, ringraziare Marziale Mirarchi per la collaborazione e per avermi permesso di attingere notizie dal suo archivio storico, e l'editore Sud Grafica, nella persona di Salvatore Mantello, per aver creduto in questa mia ricerca.
Bivongi - Catasto Onciario
di Ugo Franco
Presentazione
LE ORIGINI E LA MEMORIA PER L'IDENTITA' DI UN POPOLO
Di Bivongi, dalle origini ai giorni nostri, sapevamo assai poco. frammenti di storia tramandati di generazione in generazione. Mai uno studio organico, completo, anche se, va detto, rilevato da fonti (in genere quelle ecclesiastiche) purtroppo parziali.
Con la sua pregevole ricerca, U go Franco, che dello studioso ha i "caratteri" tramessigli dal papà Ernesto, testimone vivente della nostra cultura, colma adesso una lacuna e restituisce dignità ad una Comunità di uomini e di donne che ha il diritto di conoscere se stessa, il suo passato, per meglio rivolgere lo sguardo al futuro.
Grazie dunque al catasto onciario ed alla sua documentata e fedele ricostruzione se i bivongesi, quelli della generazione mia e di Ugo, per intenderei, ma anche dei più "anziani" di noi, potranno meglio inquadrare le vicende del loro Paese fin dalle origini ( 1005 o 1050, 45 anni in più o in meno sostanzialmente poco importa) e in un contesto storico-politico, sociale, decisamente più nitido.
Ma questo libro di U go Franco assume valore ancora più pregnante se indirizzato, anche e soprattutto, alle giovani generazioni, ai nostri figli, ai figli dei nostri figli e a quanti, da oggi e da domani in avanti, verrà inoculato il sangue della bivongesità che si tramanda di secolo in secolo e che nessuno mai potrà cancellare. E' un marchio doc, di cui andiamo fieri, a prescindere. E più si è fisicamente lontani più lo si sente, indelebilmente impresso, sulla propria pelle.
Non a caso i bivongesi della diaspora - e per diaspora intendo il distacco dolorosissimo provocato dalla povertà, dalle umili condizioni che costrinsero centinaia di bivongesi ad imbarcarsi per terre lontane agli inizi degli anni '50 - si sono sempre ritrovati, il loro è stato un impegno d'onore, assolto con grande senso di appartenenza alle radici: nell'America del sud (il riferimento più consistente è all'Argentina) ed anche in Canada, Australia e Stati Uniti la bivongesità resta un valore alto, che si estrinseca nella costituzione di club e scuole, nelle manifestazioni civili e religiose. A La Plata - tanto per fare un esempio - la seconda domenica di settembre di ogni anno si celebra anche lì, con le stesse modalità in atto al Paese, la festa di Mamma Nostra, la "patrona" di Bivongi, della quale ci sono tracce evidenti nel bel libro di U go Franco.
Quella stessa Mamma Nostra che salvò - narra la leggenda, ma la leggenda spesso è anche verità, importante è crederci- il Paese dalla furia dell'alluvione del1951. Era il mese di ottobre. Personalmente non posso ricordare.
Avevo appena otto mesi e mia nonna materna, Raffaella Calabrese in Bucchino, mi teneva tra le sue braccia calde e protettive, cantandomi una nenia tranquillizzante. Fuori il diluvio universale - me lo raccontava spesso, anche per prendermi in giro-, e nessun danno, nonostante il torrente Melodare si fosse ingrossato all'inverosimile e minacciava paurosamente di rom pere gli argini e di abbattersi con effetti devastanti sulle case.
Si gridò al miracolo, e il quadro della Madonna, in segno di ringraziamento, venne subito portato in processione. Il miracolo di Mamma Nostra. Che per laici e credenti si ripete ogni anno, se è vero, come è vero, che prima e dopo la festa quasi sempre piove, ma nei tre giorni della festa continua a piovere sì, nei centri vicini certamente, ma non a Bivongi.
Tranne che nel 2000, quando il miracolo non c'è stato, il maltempo ebbe il sopravvento, i riti sospesi e tredici morti furono registrati nella vicina Soverato, spazzati via dalla furia delle acque del torrente Beltrame, un fiumiciattolo apparentemente innocuo, niente al confronto con il Melodare e lo Stilaro.
Mi sono concesso una trasgressione, pur rimanendo nel tema che mi è stato assegnato da Ugo Franco. Un onore per me "introdurre", anche se molto modestamente, la prima, autentica ricerca storica sul nostro Paese.
E l'augurio che formulo, oltre alla lettura che consiglio a tutti indistintamente, è che questo lavoro non vada disperso, ma vada conservato, nelle biblioteche personali di ciascuno di noi, ma anche pubbliche, delle Istituzioni locali, del Comune, che hanno il compito di trasferirlo a chi verrà dopo di noi e dunque di renderlo eterno.
Il Catasto Onciario di Bivongi tra il 1700 e il 1800 è patrimonio della nostra Comunità e come tale va trattato e conservato. Un Popolo senza memoria- voglio ricordarlo a mo di ammonimento - è un popolo privo di identità, anonimi.
Noi bivongesi siamo stati "anonimi" per troppo tempo, per troppo tempo abbiamo saputo troppo poco di noi. Adesso ci conosciamo, e ci conoscono un po' meglio. Facciamoci conoscere, e apprezzare di più, cominciando - ed il mio è il suggerimento finale - a far adottare questo testo estremamente interessante, e per certi aspetti intrigante, nelle scuole dell'obbligo.
Sarebbe cosa buona e giusta.
Pietro Melia
Bivongi - Catasto Onciario
di Ugo Franco
Indice
Catasto
Misure nel Regno delle Due Sicilie
Le categorie di reddito
Regno di Napoli e Calabria nel 1700
Il terremoto del 1783
Bivongi tra il1700 e il1800
Censimenti
Mamma Nostra
Tommaso Martini
Chiesa Matrice di S. Giovanni Battista Decollato
Atti relativi alla costruzione della Chiesa Matrice
Stato arcipretale della Chiesa Matrice
Congrua del parroco
Padri spirituali
Processo Bivongi 1746
Catasto onciario di Bivongi
Presentazione catasto
Le famiglie
Rendita e frutto degli animali
Rendita· per i negozi
Calabria Ultra Bivongi squarcia fogli dell'apprezzo
Chiesa Matrice di S. Giovanni Battista Decollato
Cappella SS. Rosario
Cappella del SS. Sacramento
Bivongi onciario 1746
Cittadini laici abitanti
Donne cittadine abitanti
Cittadini ecclesiastici secolari abitanti
Chiese cappelle e benefici del paese
Possedimenti cappelle e chiese
Collettiva generale delle once
Vergini in capillis
Ecclesiastici secolari cittadini
Chiese, cappelle e benefici del paese
Forestiere abitante
Chiese e monasteri forestieri
Recollettiva generale delle once
Tassa di buona tenenza per i forestieri non abitanti
Tassa per i forestieri abitanti laici
Tassa dei cittadini
Beni franchi della certosa di Serra S. Bruno