Bentivoglio Zurzolo - Cuore Nostalgico II

Dedica alla Biblioteca Comunale di Bivongi

Prefazione

LETTERA DI TONINO PISANO FIGLIO DI GIUSEPPE E LINA CAPITELI

Carissimo Bentivoglio. Anzitutto ti ringrazio di avermi proposto di fare una prefazione alla come tu chiami raccolta di "fogli scritti". In omaggio alla verità non me la sento di fare una considerazione allo stile d'introito della tua opera, perché sempre ne sono stato contrario a coloro che prendendo quella via pretendono di avvertire e indirizzare l'interpretazione e valutazione del contenuto; nonché essere nel sicuro e nel rispetto che tutto ciò che hai parlato e scritto si esprimono largamente da se stessi.

Il primo ricordo risale alla visita che abbiamo fatto con i miei genitori quando assieme a tua madre e fratelli siete arrivati a La Plata nel millenovecento cinquantasette. Tempi allora che ci si andava di visita senza dare notizia anticipatamente.

Poi frequentavi mia casa perché c'era la famosissima Lettera 22 e pure il telefono che all'epoca scarseggiavano; ambedue necessarie a gestire la Segreteria del nostro Centro.

Percorrendo il libro ho visto frammenti che mi diedero grand'emozione perciò mi permetterò di riportarne il senso; ciò ovviamente non significa che sia a scapito del resto.

In occasione della visita dell'On. Mirko Tremaglia è stato veramente fortunato il tuo intervento in rapporto a noi italiani emigrati "Quindi per la Patria e per la Mamma, sente lo stesso amore gli stessi sentimenti; entrambe gli hanno promesso che anche se lontano sarà riconosciuto come tutti gli altri figli che restano nel luogo. La Mamma si, da a lui quello che da agli altri figli, ma la Patria sembra aversi dimenticato di quei diritti che per legge gli ha promesso, per cui i governanti sanno che gli spettano, ma lo lasciano alla sventura". Sappiamo della lotta intrapresa dal compianto Tremaglia sboccata pure nel voto dell' italiano all'estero.

Approfitto a ricordarti che parecchie volte ti ho dato il mio parere riguardo al tuo dispiacere, che in un certo quel modo credo sia di tutti, riguardo alla scarsa conoscenza della lingua madre o addirittura la sua perdita, nonché del nostro bellissimo dialetto. Inesorabilmente con il trascorso del tempo saremo d'origine italiana e bivongesi, con le nostre tradizioni e sentimenti, ma di lingua spagnola.

Scioperano le parole per esprimere il gran riconoscimento a Salvatore Tassone trasmesso li in opportunità della visita nel mille novecento settantacinque, che aprì il solco per viaggi in futuro avveratisi.

Adesso se mi permetti, un mio ricordo -personalissimo e indimenticabile-. L'esibizione del Complesso Musicale "Bivongi", quale direttore è stato mio padre Giuseppe. Soprattutto mi hanno colpito di grato le parole nei confronti di mia madre Lina Capitelli "che sempre accompagnava con la sua splendida voce".

Un altra collaborazione con il fondatore Ing. Domenico Di Landro nel rispondere la sua richiesta "su l'interesse che avessero i Bivongesi residenti in Argentina per rieditare il giornale "Il Paesano". È stata accolta di buon grado dalla comunità. Sicuramente è stata una spinta di spessore. Oggi possiamo leggerlo.

Dalle poesie riferite si desumono sentimenti che ne sono sicuro covano in tutti noi Bivongesi ma che non è facile esprimerli in modo poetico. Chiamare, invocare, appellare Mamma Nostra produce un brivido che non ha spiegazione razionale.

Nel più profondo dei nostri cuori lo sappiamo. Ugualmente quando si tratta della nostra piccola e a sua volta grande Bivongi.

Sentimenti che hai manifestato nelle poesie "Centro Bivongesi" ( ... Ed in un pezzo di terra/comprato dalla Comunità/s'innalzarono le mura/con coraggio e volontà ... ); "Parratimi" ( ... Parratimi e tutti e de tuttu,/pecchi stu mienzu cuori mio/vola u torna/puommu un cuntra l'avuttru mienzu/chi restau dana ... ) e indicando a La Plata, ove la nostra comunità si sa è consistente( ... chi para e Bivungi a succursali ... ); "Gemella Mamma Nostra"( ... E lontani dai nostri monti/sconsolati e soli le sembrò/sino a quando a La Plata/un Gemella li accompagnò ... ).

Un' altra volta vada il mio ringraziamento, approfittando che hai raccontato la presentazione di Luciano Tajoli e, nella presunzione che questo tuo libro sarà un'insegna storica per le future generazioni che riposerà accanto al nostro Monumento di Piazza del Seminario che, con la sua anima di ferro sarà un testimone perenne della presenza Bivongese. In quella bellissima serata ci ha destato gradevole sorpresa la premi ere della canzone creata da mio padre e musica di. Benedetto Mostaccio "Mamma Lontana".

Non c'è scusa per non ricordare Nicola Lombardo. Anche come a te mi trascina quella volontà d'acciaio per sopportare le vicende che la vita ci arreca.

Come ex presidente condivido le parole nei riguardi di Cristina, Raffaele e Zelindo.

Finalmente nell'essere sicuro, giacché sei in conoscenza della storia del nostro paese poiché ivi sei restato fino all'età di diciotto anni, con l'aggiunta d'esser stato impiegato alla Posta, porto dove tutto passava. Allo stesso modo della conoscenza di tutte le famiglie originarie del nostro paese radicate qui a La Plata. La comunità ha partecipato specialmente l'omaggio alla Maestra Scali che tanti dei suoi allievi hanno raccontato aneddoti a catasta. E in lei vada se sei d'accordo in ossequio a tutti i maestri di Bivongi che lasciarono in coloro che frequentarono le scuole elementari a Bivongi una traccia incancellabile.

Ti saluto affettuosamente e in bocca al lupo.

La Plata, Argentina, addì 12 aprile del 2014

Parratami

 

''PARRATAMI'' Paisani, chi e chidu Pajisi vuostru e nuostru venistuvu, e chi nu rifriscu nostalgicu adi cuori nuostri portastuvu, nd'approfittamu mona chi siti ccana, puommu u mi parrati e tanti cuosi cava e tantu tiempu dassamma dana. Parratimi dou Carvariu, e Mijjuolu, do Tornanti e da Vigniceda; parratimi da Limbia, do Casali, e Santu Nicola e de Santa Maria; Parratimi da Sala e do Potihinu u supa, da Chiazza vejja, do Spiritu Santu e da Botia; e non vi scordati e chida ruga mia, dana, vicinu a Chiazzetta. Parratimi e chidu Stratuni, e Mardari, da Judeca, da Madonneda edde chidu strittu Mangiuni. Parratimi e tutti chidi gienti nuostri: parienti, amici e paesani, e non vi scordati e nessunu, chenta chista mienti vuojju u mi viju unu ad unu. Parratimi puru e chidi chi cchiu on sunnu, chi riposunu all'umbra e nu cipriessu, dana, sutta na cruci dou Compisantu, puommu pedidi u priegu tantu. Parratimi e timpi e de muntuni; Parratimi e Mardari a munti, da Poteda, do Mulinu e de Giambariedu, e chidu cafuni chi facia tremara a tanti, adduva granci e grofadi pijjava e zitiedu. Parratimi e chidu Stilaru, e quanta stuppa supa chidi pietri pistaru, e quanti panni luordi chid'acqui sciacquaru; eppuru si nt'onviernu chinu venia, suodu e cuetu u Puonti da Vina sbattia. Parratimi e l'Argalia, Luppinaridi, da Lavaria, dei Bagni e Guida e da Gurna da Coddara, edde chi da Acqua Santa chi a gula rifriscava. Parratimi de i Vignali, e Fanti e da Milia, adduva tanta bella rocina si cojjia; e chidi Minieri supa a Favata, e Pajjuomuli e de Bingi, e chidu puostu chi detta u nuomu a Bigungi. Parratimi da Puostuli, do Laccuo e de San Giuanni, e non dassamu e parti acchida vanda e Rosa, dduva nte chidi criti modellava jumariedi e cascati; Parratimi e Musuri, dou Cruoccu e do Vattandieri, da Funtaneda, e l'Acqua Cavudda; e na rasuleda sdarradicata, e de chida carcara sempa appiccicata. Parratimi d'ogni rangara nte chida chianura e Pannara, e de chidu munti e ciavuli vicinu i ddui strati. Parratimi e d'ogni acquaru: si svadau o si siccau, si chidi tierri cultivati notta a notta abbiverati; Parratimi si ali vari juriru, e si posa, rocina, arangi, paniculu e ranu nquantita cojjiti, pe pagamientu do suduri chi jettati. Parratimi e tutti e de tuttu, pecchi stu mienzu cuori mio vola u torna, puommu un cuntra l'avuttru mienzu chi restau dana: edu vida tuttu sparsu nto calatru, vicinu ogni scaluni, mmienzu a chidi strati onte na vineda ammucciatu; supa na scala, ammienzu nu mignanu. Uncuntra ancora ada Posta, adu Municipiu, nta Palestra, dintra a Chiesi onte Condejanni, o faciendu giti cui Cumpagni, cuomu quandera giuvenottiedu; da, supa u Nicitu, adu Consolinu a Monte Stella, anna Mandra o ada Marina, a Ferdinandea o a Mangiaturella. Chidu mienzu cuori, chi vozza u resta nte chidu Pajisi chi nasciu, cuntientu si senta, e chist'avuttru chi puortu cummia, giacché tuttu nc'untrau nte st' Argentina, puru tena tanta allegria. E mona chi vui, tornati, sapiendu che puru idi vi dinnu: Parrati ! dicinticcillu a tutti quanti che sapiendu che stannu buoni simu assai cuntienti; e che puru ncuntrastuvu a tutti i Bigungisi nita, cuomu na famijja, nte sti mura e dopulavuru, chi para e Bigungi a succursali, adduva passamu u tiempu e ni sdivijamu; adduva u dialettu parramu; adduva a chidu Bigungi nuostru sempa ... sempa, pensamu.