Live to love
(vivere per amare)
di Elio Furina
Prefazione
La rara e sottile sensibilità di Elio Furina, innamorato «cantore» di una Calabria «vera» e palpitante di vita, ci trasporta, improvvisamente, in una dimensione nuova, ci avvicina, fatalmente, ad un mondo eterogeneo, diafano, fatto di ricordi e di immagini, di sogni immacolati e di speranze deluse, di frustazioni e di rivincite, di tragiche rinunzie e di esaltanti affetti.
È il «quadro» affascinante di una società «scossa» e nel contempo condizionata da una ansia smodata di vivere, di amare, di sentirsi amati, di unirsi indissolubilmente con la persona desiderata, di «vedersi cullare nei suoi occhi» / dei desideri tuoi empirò la mia vita / nelle braccia tue la mia ultima dimora».
Una dichiarazione d'amore o piuttosto un messaggio accorato di un uomo ancora insicuro che si aggrappa disperatamente alle fantasie della prima età, di quando era bambino «con dentro la paura di rimanere soli»? Diventare grandi significa sopratutto «mettere coraggio », «lasciare la casa », gli «affetti », avventurarsi verso lidi sconosciuti, alla ricerca anche dell'ultima spiaggia dei sentimenti, in cui amore ed odio, vengono coagulati in una mistura di ipocrisia.
L'uomo cosl forgiato, programmato, istruito come un robot «nel fare e nel non fare », materializzato in un mondo senza umanità si «vergognerà di avere paura », di dimostrare la pur minima debolezza, e diventerà di «pietra », insensibile ad ogni appello.
Elio Furina è nato e cresciuto a Bivongi, un paese dalle antiche origini e dalle tradizioni umanistiche, sorto sulla riva destra dello Stilaro, sugli aspri contrafforti del monte Consolino, ad iniziativa degli abitanti della Marina «scacciati », nel settimo secolo, dalle scorrerie dei pirati saraceni capeggiati da Dragut, dal litorale jonico.
Ha respirato, quindi, «brandelli » di cultura basiliana ed indigena, ha assimilato ed ereditato la caparbietà propria degli uomini di montagna, esposti sempre ai pericoli i quali peraltro, nel corso dei secoli, hanno lottato contro gli straripamenti dei torrenti, le piogge e le frane, le alluvioni, i terremoti, hanno irrigato i loro campi, con turni di notte, alla luce della caratteristica lumera, hanno avuto, per primi, nella zona, l'illuminazione elettrica, sono stati artigiani valentissimi, armieri, commercianti, ed hanno avuto gli «scudi» d'oro quando i «cugini » degli altri erano tremendamente poveri.
Non avevano scoperto la pietra filosofale bensl avevano capito che tutti i componenti dello stesso nucleo familiare dovevano fare la loro parte e tutti insieme confluire in grosse cooperative operaie.
In questo paese legato al passato ma modernizzato dal «ritorno » periodico degli emigrati, dai vicoli stretti in salita, tra file di case a più piani, una stanza sopra l'altra, le «piramidi » del Sud, costruite cosl per mancanza di suoli edificatori, senza spazio per riposare, ma tanto «vicine »,unite, quasi per farsi «caldo» d'inverno, sono stati edificati in contrasto palazzoni di cemento armato, Furina ha imparato, quasi inconsciamente, cosa significhi il dramma dell'emigrazione non solo delle «braccia» più valide del paese, ma anche dei «cervelli», di coloro che potevano dare il loro contributo per una crescita sociale della comunità, l'isolamento culturale, l'impossibilità di «comunicare» con gli altri fuori dai comuni schemi dei pettegolezzi fatti davanti al bar, durante le «passeggiate», o nel mezzo di una partita a tressette.
Il dovere scrivere o dipingere solo per se stessi vergognandosi quasi di avere sottratto al duro e quotidiano lavoro «ufficiale» alcuni minuti, attimi, soltanto il tempo strettamente necessario per «fermare» su un pezzo di carta disegnare su una «tela» i pensieri, i sospiri, le angoscie, le gioie che gli squassano il cuore e gli fanno pulsare le vene sempre più forte, gli producono un senso nuovo di estasi .creativa e riflessiva, è una condizione psicologica proibitiva ed alienante per un artista.
Eppure Furina reagisce contro tutto questo trova la strada «buona» per stigmatizzare miseria morale e culturale, per «gridare» contro l'emigrazione descrivendo con grande acume psicologico, una delle tante «partenze» di lavoratori, di amici, di fratelli, di parenti verso il nord, alla volta di una città sconosciuta dove altri prima di loro sono stati inghiottiti nel nulla nell'anonimato della polis, sono diventate formiche incolonnate in una lunga fila chiazzata di colori davanti ad una fabbrica grande quanto tutto il paese. «Una valigia colma di lavoro / una locomotiva che a forza tira il suo carico / una casetta sempre più piccola / alberi che sfuggono / strade che si nascondono / luci e rumori che si alternano / una carcassa d’uomo piena di speranze ... il tutto si perde nel buio».
«Rivedrà mai la luce l'uomo?»: questo è il terribile interrogativo che si pone il poeta intendendo con «luce» il ritorno a casa dell'emigrante, il «riposo »del lavoratore stanco il quale seduto su una panchina, nella piazza principale, poserà lo sguardo nella vallata sottostante, respirerà i profumi. degli alberi in fiore e racconterà ai pronipoti, accovacciati per terra attorno a lui, leggende di briganti e di signori e le storie dei vecchi monaci del convento sui monti i quali salvarono dalla distruzione tanti e tanti libri di valore.
E con gesto stanco ma orgoglioso questi «vecchietti», temprati alla dura scuola della vita, mostreranno ai figli dei loro figli i ruderi del monastero di St. Giovanni Vecchio, il caput monasterium ordinis S. Basilii in Calabria, sul quale aleggia ancora lo spirito di S. Giovanni Teresti detto «il mietitore» e dove l'abate Apollinare Agresta raccolse codici antichissimi ed incunaboli strappandoli alla barbarie dei tempi, o quelli del convento dei SS. Apostoli tanto caro a Re Ruggero.
Ma i ricordi sono come le lacrime versate da bambini: «così cocenti e tante / mai nessuno si fermò / col palmo della mano / a raccoglierne una. / Così vane si smorzarono».
Solo un grande amore può aiutare il poeta a superare le situazioni più tristi, a «spezzare » il cerchio che sempre di più si stringe attorno a lui, che lo condiziona in ogni suo slancio vitale.
Viene così fuori la figura di una donna alla quale tende quasi inconsciamente, un nome ed un volto materializzato da un sentimento puro incontaminato ma denso di passione repressa, di cose non dette, di frasi smozzicate. I versi diventano dolci con venature di chiara intonazione della scuola jonica antica e richiami neoclassici: «Buona notte amore / e che tu possa sognare / ciò che desideri / ed avere in realtà / ciò che sogni!» «... e che il tuo amore / sia il cibo dell'anima mia / che io possa camminare per sempre / sotto la luce dei tuoi occhi / che io sia guidato dal palpito del tuo cuore / Buona notte / alla più raggiante, bianca e pura rosa ... » per un amore così immenso ogni sacrificio è possibile. Un giorno nella vita di un uomo ... è come un granello di sabbia ».
E Furina risponde: «Eppure se per un giorno solo / potessi pormi a completa disposizione / della tua volontà / se potessi vivere al tuo fianco / un solo giorno ... sarei contento di morire allo scadere delle più felici e sognate ventiquattr'ore».
In numerose altre liriche è presente e costante un pessimismo dagli effetti dirompenti per un'anima che prega e condanna ogni forma di violenza inutile.
Di grande effetto la similitudine tra l'uomo che «può campare e vedere sfiorire la terra e imbrunire l'acque del mare ... ed un uccello stanco il «quale sarebbe giunto domani al suo nido / ma domani è l'eterno! / solca il cielo una colomba bianca l l'uomo l'uccide. / Ha negli occhi la meta / fra gli artigli stringe il messaggio ».
Un messaggio che non sarà mai ricevuto da chi crede ancora nella bontà degli uomini: «quanto amor menato al vento / quanto ben che si perde / perché tu raccogliere non potrai ».
Il richiamo alle bellezze del paesaggio, quasi un inno alla natura, porta Elio Furina a creare un quadro «illuminato» su una «giornata di sole in pieno inverno »: con i «panni bianchi stesi ad asciugare », le «grida dei ragazzi per le strade » ... e «le vecchiarelle a raccontare dei nipotini ». La povera gente «sa prendere tutto » quello che la natura le da senza nulla chiedere come compenso: una «giornata di sole » e se piove «si attornia al focolare l trovando là di che gioire ».
Ci si può innamorare del mare, del verde, dell'acqua tersa? La risposta è sì quando il «sole s'adagia molle sull'erba appena nata l come riccioli di bimbo sul sen materno » ... e «una nuvola si posa in un quadro nitido di cielo» ... mentre «di cielo sei fatta e sulle nuvole viaggi ».
La cadenza dei lirici greci emerge dalla musicalità che Furina riesce a dare alle tempeste di passioni che squassano il suo animo: «Sferza il vento il corpo / l'acqua lo colpisce a sangue / in un mare di ferite l'onda riporta l'atroce lamento di dolore ... Morte riunirà i suoi pezzi / sparsi dalla bufera d'amore ».
C'è un impatto spirituale con un amore tanto a lungo invocato, vagheggiato, ma tanto ma tanto lontano ... quasi una agonia di vita / purché venga la morte / con un tuo bacio ». E le sue dichiarazioni d'amore, terse come l'acqua di un ruscello montano, timide e nel contempo infuocate completano un epistolario ideale tutto dedicato a Lei, musa ed ispiratrice, «il candido giglio che in lungo e largo mi percorre », «nuvola tenue », alla quale sussurrare, sempre più dolcemente, «fra il sole al tramonto », «fra il crepuscolo bruno», «· fra la notte sulle colline », fra i sogni: io ti amo ». «Io ti amo in quanto la tua immagine è scolpita nei miei occhi l per l'eternità ... ti darò i miei sogni / il libro del mio cuore / ove ogni cosa è scritta / e leggerai di questo amore / così impetuoso / cosi irruente e pur tanto tenero ... e così gracile».
E confessa poi che in amore il tempo non ha valore ... perché il tempo è amore. / È uno spruzzo d'acqua / in
una giornata di sole ».
Ma l'uomo è forte? Se lo chiese Corrado Alvaro nei suoi «affreschi » di vita calabrese e se lo chiede adesso il poeta di Bivongi il quale però risponde da innamorato: «Che vale essere uomo, essere forte » quando non sei in grado di !asciarti «andare fra le braccia della tua donna che parte . .. chiedendole di restare » poiché «nessun male è così grande l come starti lontano ».
L'artista alla fine apre il suo animo alla verità, al mondo, a tutti: «Mi sforzo a menare tele l e versi su carta / per affinare le linee ... per esserti più vicino, per capirti meglio, per amarti di più ... ».
Ed arriva, quindi, al supremo olocausto per un uomo che ama veramente la «sua» donna che non ... potrà mai farla sua ... ma «è il più gran dono che tu possa offrirle: la vita ... ».
«Ed allora amore significa libertà ... libertà è poterti prendere per mano l e condurti sulla spiaggia quieta ... libertà è svegliarmi a te vicino ... per sentire il profumo che respiri... immaginare che tu respiri l perché anch'io respiri... ».
Una poesia, dunque, quella di Furina soffusa di. amore, di un naturalismo idealizzato, di una religiosità sempre presente e che affonda le sue radici nell'humus dei costumi e delle tradizioni di un popolo che ha creduto, da sempre, nella Provvidenza, nella Pasqua di pace, nella fratellanza e nella Charitas cristiana, in Dio che ... «infonde luce alle stelle, calore al sole, splendore alla luce ... ».
Il poeta è per un «cuore che ti comprende » e due «braccia che ti difendano » e si schiera contro la guerra in cui i «soldati debbono sparare contro i fratelli, contro i nemici che non sono tali, che non hanno motivo di odiare. «La vita di un uomo si condensa nella scelta di un infinito »: è l'ultimo appello che viene da un uomo che è vissuto intensamente, in solitudine, con il pensiero costante di un domani più giusto, di un amore più vero, di una vita che valga la pena di essere vissuta.
GIGI MALAFARINA
Live to love
(vivere per amare)
di Elio Furina
Indice
Tutto sparso mescolato a terra lorda / Ali scattered and mingled with dirty earth
Buona notte amore / Goodnight my love
Lungo la corteccia / Along the bark
Vorrei essere il prato quieto / I would like to be the quiet port
Un giorno nella vita di un uomo / One day in the life of a man
Dalla mattina / From the morning
T ornano a ridere i fior / The flowers smile again
Sordo al suono delle onde / Deaf to the sound of waves
Fisso inchiodato / Rooted to the spot
Nella tristezza scaverò la mia tomba / In my sorrow shall I dig my grave
Azzurro di cielo / Azure sky
Ogni centimetro di strada / Every stone stops to gaze a t you
Granello di una montagna / Grain of a mountain
Tanto delicato è amor / So delicate is the body of my love
S'arrampica su per il camino / A white cat
Dall'un capo abbaia / From one end .
La stanza ad un tratto deserta, immensa / Suddenly the room was empty, immense
In questo uragano che mi investe / In this storm that rages in me
A rinunciar / To renounce
Volto gli occhi verso la finestra / I turn my eyes to the window .
Ricordo di quand'ero bambino / I remember when I was a child
Riandando per i vecchi luoghi / Going again through old places
Un grappolo d'uva per sentir / A bunch of grapes .
S'io oggi mi riscaldo al sol / If today I feel the warmth of the sun
Il sole al tramonto / The setting sun
Restar bambini / To remain children
Addio senza rimpianti / Goodbye without regret .
Una valigia colma di lavoro / A bag full of work
Opaca, fresca, impregnata di lacrime / Opaque, fresh, soaked with tears
Miriadi di stelle / Miriads of stars
Là ove l'acqua vien / There where the wave caresses the shore
Cara dolce brezza del mattino / Dear sweet morning breeze .
Ma perché mai non basti tanto amor / But why is so much love not sufficient
Grigio, il cielo di nebbia folta / The melancholy sun
Due paia d'occhi han guidato i miei passi / Two eyes have guided my steps .
Quando morte mi chiederà / When death shall ask
Ma quand'anche riuscissi a spiegarti / Even if I could explain to you .
Entro un'aureola appena accennata / Within a barely outlined halo
Levandomi stamane / A waking this morning
Spogliare un giardino delle sue margherite / To strip a garden of its flowers
Da grande, oh uomo / When you grow up, man
Aiutami tu che sol lo puoi / Only you can help me
Serenità che senza tregua t'ho rincorso /Peace, that without test I have pursued
E sogno orribil satiro / And I dream of a horrible satyr .
Pure i gabbiani / The sea-gulls too
Troppo ho atteso / So long have I waited
Da tanto tempo / How long since I felt
Perché aspettare al domani / Why wait for tomorrow
Grigio cielo / Grey sky
Un soldato, ubriaco, passando per strada / A drunken soldier passing in the street .
La tua fresca mano / Y our cool hand over my brow
Tanta quieta è la notte / So quiet is the night .
Fa o signore ch'io possa ravvedermi / Oh! God, may I repent
Il suon dell'onda a riva / The sound of the wave against the shore
Sferza il vento il corpo / The wind lashes the body
Mi sforzo a menar tele / I strive to put .
È come l'attimo d'elevazione dell'Ostia / It is like the elevation of the Host .
So cosa vuoi dire / Well do I know the meaning
Un giorno intero e poi la notte / One whole day and then the night
Corri a veder / Rush and see
Mare e cielo son là / Sea and sky are there
Il ferro un tempo battuto / The iron once hammered
Ti cantavo dolcezza / I promised you kindness
Attimi cosi diversi / Such different moments
Un ramoscello abbandonato / A spring abbandoned
Lontano da voi / Away from you
Potesse sciogliersi almeno il nodo / If only the lamp in my throat would loosen .
È uno scansar d'insegne / To escape signs
Un uomo saluta alla stazione la donna che parte / A man at the station sees his woman leave .
Fredde le mani / Cold are the hands
In amore il tempo non ha valore / In love time is not reckoned
In questo mese di gelo / In this month of winter
A sera, tra lo scroscio / In the evening
Che spettacolo / What a sight
Scultore il mio pensiero / Sculptor my thought
Ognun che passa / Each one who passes
Una stella brilla in cielo / A star shines in the sky
Mai la mia mente / Never shall my mind
Da carezzevol onda / By a caressing wave .
A la stagion in cui è fresca l'erba / In the season when grass is green
Come vorrei amor / How would I like my love .
Or che di Pasqua / Now that the day of Easter comes
In su per i verdi pascoli d'april / In the green pastures of April
Buona Pasqua a voi / Happy Easter to you
Quando vien la sera / When evening comes
Dio mio / My God
Pioggia che scrosciando vai / Pelting rain
Umido ciel / The humid sky .
Non ti so dire niente a parole / I cannot express in words .
Se Dio mi facesse per un giorno / If God should one day .
Vorrei che fossi il mare / Would I were the sea .
Io vorrei che fossi l'acqua di uno stagno / I would like to be the water of a pool
Passo con la morte in petto / I pass with death in my heart
È tale questo mio desiderio / It is so strong my desire for you
Di cielo sei fatta / From Heaven you carne .
L'uomo può campare e vedere sfiorire la terra / Man may live and see the earth decay
All'armonia concorde dei due cuori / To the harmony of two hearts
Ti darò i miei sogni / I shall give you my dreams
Fra il sole al tramonto rosso infuocato / Within the blazing sunset .
Vorrei vivere millenni / Would I could live a thousand years