Quattru chiacchiari e ddu arrisi (Poesie in vernacolo)
di Giuseppe Coniglio
Introduzione
Giuseppe Coniglio poeta contadino
Non è, questa, La presentazione di un autore inedito, perché il Nostro è un poeta abbastanza noto ed i lettori conoscono già la sua prima raccolta di poesie: " Calabria Contadina".
Ma quella raccolta è solo un aspetto, anche se fondamentale della poliedrica attività del nostro Poeta. Perché Giuseppe Coniglio, oltre che autore di poesie, è anche autore di brillantissime farse che, mi auguro, possa pubblicare al più presto per dare una visione più completa delle sue opere.
Ma chi è Giuseppe Coniglio?
Egli è un poeta la cui visione e la cui filosofia della vita abbracciano orizzonti tra i più vasti e i più alti, donandolo dimensioni universali ai suoi sentimenti e a quelli che i suoi personaggi esprimono pur conservando l'animo e l'arguzia nella serena filo sofia del contadino abituato al dialogo diretto con la terra e il cielo infinito.
Non è facile, però, né agevole, parlare del Poeta se non si conosce l'Uomo, se non si conosce e si comprende quello spicchio di mondo in cui vive ed opera e che, come il "Mondo Piccolo" di Guareschi, ci scorre davanti nella plasticità delle cose e dei protagonisti nei quali ciascuno di noi trova una parte di se stesso cd i tasselli del grande mosaico della vita.
Giuseppe Coniglio è nato a Pazzano ed è quasi sempre vissuto in questo piccolo lembo di Calabria, quasi sperduto tra i monti selvosi delle Serre, lavorando come bracciante poi come dipendente della Forestale a contatto sempre di una realtà triste ed amara che dava poco spazio oi sogni e alle illusioni.
Ma egli seppe trasformare, a livello di messaggio, questa realtà. La sua poesia trasforma la sofferenza in gioia, la disperazione in speranza, la ribellione in ironia sottile e in serena filosofia, la routine quotidiana e la sciocca banalità con le sue debolezze e miserie, in una divertente commedia della vita.
In quest'ultima raccolta sembra prevalere l'allegoria “U linduni”, “U cuccu”, “A licerteda”, “U congressu de surici”, “U lupu”. Non sono però una semplice favola moralistica; sono due facce della stessa realtà che, come figure geometriche, si intersecano e si confrontano per dare risposta allo stesso problema: la psicologia dell'individuo nel suo comportamento umano, sociale e politico.
Ogni animale è un personaggio che pensa e si comporta come l'uomo; o viceversa.
C'è una tale simbiosi per cui, a volte, non ti accorgi quale sia l'animale c quale l'uomo.
Ma il tema rimane lo stesso: attraverso l'ironia mettere a nudo le debolezze umane, bollare atteggiamenti e personaggi squallidi, desiderio di pulizia morale, ritorno ad una convivenza più giusta ed umana, ripristino di certi valori che sembrano dimenticati. Non inganni però l'apparente rassegnazione.
Il vero messaggio del Poeta sta nella sua poesia "lo volarìa ... “ .
In questi versi viene esplicalo il suo messagio, il suo concetto di giustizia sociale, il suo desiderio che ...
«I maestri (gli uomini) u ni fannu u m'accattamu
ogni cosa cu gieniu e sentimientu
u lavuru u saria diviarimiantu
ntà na nova e cchiù giusta società».
Io vorrei, chiudendo questa mia breve ed umile premessa, invitare il lettore a cogliere questo messaggio.
In un mondo in cui tutto sembra avviarsi inesorabilmente allo sfascio, in cui grava lo spettro di una catastrofe di dimensioni planetarie, in cui semplicità di vita e fratellanza sembrano un ricordo fastidioso di un passato ormai irrimediabilmente perduto; ridiamo col nostro poeta delle debolezze umane, dei difetti e delle ingiustizie, ma proviamo la forza di reagire positivamente per migliorare noi stessi e questa società, di cui siamo parte integrante e, spesso, protagonisti nel bene e nel male.
ILARIO PAPELLO