Achille Fazzari, che nel 1874 aveva acquistato le fonderie, le ferriere e le miniere appartenute ai Borbone, fece costruire una piccola centrale idroelettrica, che forniva l'energia alle segherie, e che era utilizzata per illuminare l'intero complesso di Ferdinandea, allora abitato da circa 400 persone. L'inaugurazione della centrale avvenne nel luglio del 1892, La società elettrica "C. Canzio", con sede legale a Mongiana e centrale idroelettrica a Ferdinandea, fornì energia ai Comuni di Mongiana, Fabrizia, Serra San Bruno.
La centrale probabilmente riutilizzava uno sbarramento sullo Stilaro e relativo canale già poste a servizio delle segherie. Una vasca di carico era stata ricavata dove attualmente vi è il deposito temporaneo di legname, e una condotta forzata con tubi di piombo portava l’acqua alla turbina (probabilmente una pelton Escher-Wyss come nel contemporaneo impianto della Fabbrica di cellulosa di Serra San Bruno).
La “Centralina di Ferdinandea” dopo vari passaggi di proprietà, tra cui Banca d’Italia e società elettrica Borilli, passa alla Società Immobiliare Calabra di Torino assieme a tutto il complesso della Ferdinandea e dei i suoi immensi boschi circostanti.
La centrale viene dismessa e adibita a stazione di trasformazione e smistamento a servizio della centrale idroelettrica del Marmarico, costruita più a valle, dalla stessa SIC, a partire dal 1926.
Per sopperire alle magre estive furono installati nel 1965 e 1966, due gruppi elettrogeni (derivati da due motori navali di recupero) con potenze dell’ordine di 350 kW ciascuno.
I due gruppi elettrogeni, i trasformatori e le apparecchiature necessarie allo smistamento tra le varie linee in partenza, sono ancora visibili nell’edificio ridotto oramai a rudere.