Il complesso di Mongiana nasce a fine Settecento, e si consolida nella prima metà del XIX secolo, in un’area con delle caratteristiche ambientali tali da permettere, in breve tempo, lo sviluppo di un comprensorio industriale, costituito dal nucleo fondamentale della Reale Fonderia Ferdinandea e annessi altiforni, dalle Miniere di ferro di Pazzano, da quelle di grafite di Olivadi, dalla Fabbrica di armi, e dai depositi di vendita. L’area è quella che si estende da Monteleone a Gerace, e comprende le distese boschive e i molti corsi d’acqua di Mongiana e zone limitrofe, proprio a due passi da Serra S. Bruno. Ed è proprio quest’area a rappresentare, soprattutto fino agli anni ’50 dell’ottocento, un punto nevralgico della macchina di guerra borbonica, una sorta di arsenale di artiglieria, e non solo. Negli Stabilimenti metallurgici di Mongiana si producevano, infatti, non solo armi ma anche altro come pezzi metallici e meccanici di vario tipo e utilizzo.
Il complesso industriale di Mongiana rappresentava oltre ad un sistema di estrazione delle materie prime, di lavorazione e produzione di prodotti metallurgici, anche il baricentro di un sistema sociale, in sé quasi compiuto. Esso comprendeva, infatti, oltre alle strutture e infrastrutture di produzione, un sistema di abitazioni per gli addetti alla produzione, ufficiali di artiglieria e operai, un luogo di culto, la Chiesa di Mongiana, un servizio sanitario al quale era addetto un chirurgo e, addirittura, un teatro.
La conduzione degli Stabilimenti di Mongiana è affidata, in epoca borbonica, al Ministero di Guerra, attraverso la V Direzione di Artiglieria. Dopo l’unità, a partire dal 1863, la competenza è trasferita al Ministero delle Finanze, fino a quando, nel 1873, il Regno d’Italia deciderà lo smembramento e la vendita degli Stabilimenti. L’operazione sarà condotta attraverso una forte parcellizzazione delle quote di vendita, il cui nucleo maggiore, individuabile con la Fonderia Ferdinandea, andrà al garibaldino Achille Fazzari, costretto, dopo pochi anni dall’acquisto, a sospendere per sempre la produzione.
Il declino delle Reali Ferriere comincia, comunque, con i primi anni dell’unità nazionale. Difatti, in un rapporto del 1860, redatto da un sottoposto del Generale Sirtori, capo dello Stato Maggiore, gli Stabilimenti hanno ancora un andamento positivo “…Trovai lo Stabilimento benissimo condotto, attivati i lavori, e prodotti di ottima qualità…lo Stabilimento di Mongiana consta di una fonderia nel villaggio in cui lavorano n. tre altiforni ventilati da una macchina a vapore della forza di 50 cavalli la cui caldaia è riscaldata dai gaz incandescenti degli altiforni. Questa fonderia può dare 4000 cantari all’anno di ferro fuso. E vi è poi un altro forno a manica o Cubilot per la seconda fusione. In questo Stabilimento si fondono tutti i proiettili pieni e cavi per uso dell’artiglieria, e lingotti di ferraccio che poi si trasmettono a Napoli per servire alla fusione dei cannoni. Son ivi pure tre raffinerie da ferro nelle quali il ferraccio si riduce in ferro […] che serve poi alla fabricazione delle canne e baionette delle armi portatili. La fabbrica delle canne è incipiente , ma con qualche lavoro può divenire importante. A tre ore di distanza di monti vi è un’altra fonderia detta Ferdinandea, che possiede un altro forno, in un locale però capace di averne quattro. A tre ore da Ferdinandea sono le Miniere di ferro con tre Gallerie, producenti un ottimo minerale ed alle quali è addetto un Capitano di artiglieria. … si conosce il personale addetto a questo Stabilimento e da esso si rileva come più di 1500 persone traggono la loro esistenza dai lavori dello Stabilimento. Tutti gli oggetti qui costrutti vengono trasportati al Pizzo ove era un uffiziale distaccato….”.
Il passaggio dal Ministero di Guerra a quello delle Finanze accentua l’attenzione, nella conduzione degli Stabilimenti, su elementi di ordine amministrativo, diminuendo, di contro, l’attenzione per gli aspetti tecnologici. Di lì a poco avrà inizio il declino dell’astro della Mongiana.
L’Archivio delle Reali Ferriere della Mongiana è oggi conservato nell’Archivio di Stato di Catanzaro, dove è stato versato nel 1951. Il fondo è costituito da 90 unità archivistiche.
Archivio delle Reali Ferriere della Mongiana